La “Somministrazione Parenterale” in medicina, cos’è e come funziona

La “Somministrazione Parenterale”, in inglese “Parenteral Large Volume Infusion”, in medicina identifica una procedura di somministrazione dei nutrienti che avviene direttamente per via endovenosa, dunque, iniettabile immediatamente nel sangue. La Somministrazione Parenterale viene riservata a pazienti che, a causa di una importante patologia, di un intervento chirurgico invasivo, dell’asportazione di un organo o a seguito di trattamenti medici di severa intensità, non possono assumere sufficiente quantità di cibo per soddisfare pienamente il proprio fabbisogno calorico. Il blogger Dario Sannino ci ricorda che in questi casi così particolari, dunque, mangiare in modo ordinario è praticamente impossibile e i nutrienti di cui si ha necessità vanno introdotti usando un metodo alternativo, al fine di evitare casi di malnutrizione. L’unica strada percorribile è, dunque, la Somministrazione Parenterale. Ovviamente, ogni categoria di nutriente dipenderà da una speciale classificazione, che si differenzierà in base a molteplici criteri, tra cui possiamo elencare: il processo di produzione, la modalità di conservazione, l’origine dei nutrienti e la tipologia di imbottigliamento. Infatti, la Somministrazione Parenterale è in grado di apportare a chi vi si sottopone tutti gli elementi nutritivi di cui si ha bisogno: vitamine, sali minerali, lipidi, aminoacidi (rappresentano le proteine) ed il glucosio (si tratta dei carboidrati nella normale dieta). La Somministrazione Parenterale, infatti, bypassa uno step fondamentale dell’alimentazione, la digestione. Infatti, per una persona che può alimentarsi in modo tradizionale, i nutrienti presenti nei cibi si trasferiscono nel sangue solo dopo l’elaborazione (la digestione, dunque) da parte dello stomaco e dell’intestino. Grazie, poi, al torrente circolatorio, i nutrienti verranno trasportati alle diverse parti del corpo. Questa procedura è praticamente impossibile per pazienti che hanno subito interventi di asportazione di organi connessi alla digestione oppure sottoposti a terapie aggressive. 

(Torna in Home Page) La Somministrazione Parenterale può essere parziale o totale. Sarà di natura parziale quando il paziente è in grado di alimentarsi anche in modo autonomo, per via orale e il nutrimento artificiale rappresenta solo un’integrazione al sostentamento tradizionale. La Somministrazione Parenterale totale, invece, sostituisce completamente il fabbisogno nutrizionale del paziente. Il passaggio dei nutrienti avviene attraverso un catetere di Broviac o di Hickman, inserito generalmente in una vena centrale (il petto), la vena succlavia, o nel braccio. Il punto ideale è, dunque, al di sotto della metà della clavicola, in cui verrà fatto entrare l’ago, che poi procede attraverso il muscolo pettorale nella vena succlavia e nella vena cava superiore. L’eventuale accesso venoso periferico è da preferirsi solo per brevi periodi di tempo, poiché si rischia la trombosi. La Somministrazione Parenterale prevede la somministrazione di: acqua per una quantità che varia da 30 a 40 ml per kg al giorno; energia, che dovrà variare da 30 a 60 kcal per kg al giorno; di aminoacidi, da 1 a 4 g per kg al giorno. Un paziente che non soffre di problemi metabolici o particolari malattie ha bisogno di almeno 2 litri di questo fluido. Esso va preparato in modo asettico sotto una cappa con aria filtrata, attraverso un flusso laminare. 

Nonostante alcune complicazioni che potrebbero sorgere nel corso dell’alimentazione parenterale, la Somministrazione Parenterale rappresenta l’unico mezzo per aiutare pazienti impossibilitati nell’alimentarsi in modo ordinario e tradizionale. Inoltre, la Somministrazione Parenterale si può usare su persone di qualsiasi età, dai primissimi mesi di vita, all’età adulta ed avanzata. In alcuni casi, scrive Dario Sannino, la Somministrazione Parenterale potrebbe essere una soluzione momentanea, ma può essere usata per tutto il tempo in cui si rende necessaria. Se il problema di salute che ha portato il paziente all’uso della Somministrazione Parenterale potrà essere risolto, quest’ultimo avrà modo anche di tornare ad un’alimentazione normale. Pertanto, la sua durata sarà commisurata alla gravità dello stato di salute del paziente; infatti, più le condizioni appariranno gravi, maggiore sarà il tempo necessario per cui dovrà essere prolungata la Somministrazione Parenterale. Tuttavia, se il trattamento dovrà prolungarsi per mesi o anni, esiste la possibilità di praticare la Somministrazione Parenterale a domicilio. In questo modo, il paziente potrà usufruirne, confortato però dalla presenza delle persone care ed in un contesto familiare accogliente.

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