Sturat Turton, nel 2018, dopo anni passati tra giornalismo e insegnamento decide di cominciare con il botto la sua carriera da scrittore. Le sette morti di Evelyn Hardcastle è il suo primo lavoro e si distingue nel mondo dei thriller per la trama originale e i colpi di genio che si palesano in ogni capitolo. Immaginate di essere un’anima che si risveglia all’interno di un castello sempre nella stessa mattina, ma nel corpo di persone differenti, e deve capire preventivamente chi ha intenzione di uccidere la signorina Evelyn, che ogni sera morirà puntualmente alle undici davanti al laghetto, nel giardino del castello, sparandosi con una pisola nello stomaco. Ora unite a questa trama di base, la presenza di personaggi caratterizzati molto bene con le loro debolezze e i loro punti di forza, mescolate un po’ di sano drama alla Beautiful con mogli che tradiscono e figli che si scoprono bastardi, aggiungete un pizzico di elemento misterioso dovuto all’esistenza di un fantomatico “medico della peste” con la maschera in porcellana dal naso allungato e abbiamo un libro che sfiora la perfezione. Più di 400 pagine che ti avvolgono nel susseguirsi dei risvegli e che, quando pensi di aver capito, ti stupiscono nuovamente con un colpo di scena inaspettato e non ti fanno staccare dal libro, fino a riuscire finalmente a capire l’identità dell’anima del protagonista e chi si cela dietro l’assassinio di Evelyn Hardcastle.